Recensione: “Uccidi il padre” Sandrone Dazieri

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Genere: Thriller

Prezzo: € 18,00

Casa editrice: Mondadori

Trama:
Un bambino è scomparso in un parco alla periferia di Roma. Poco lontano dal luogo del suo ultimo avvistamento, la madre è stata trovata morta, decapitata. Gli inquirenti credono che il responsabile sia il marito della donna, che in preda a un raptus avrebbe ucciso anche il figlio nascondendone il corpo. Ma quando Colomba Caselli arriva sul luogo del delitto capisce che nella ricostruzione c’è qualcosa che non va. Colomba ha trent’anni, è bella, atletica, dura. Ma non è più in servizio. Si è presa un congedo dopo un evento tragico cui ha assistito, impotente. Eppure non può smettere di essere ciò che è: una poliziotta, una delle migliori. E il suo vecchio capo lo sa. Le chiede di lavorare senza dare nell’occhio al caso e la mette in contatto con Dante Torre, soprannominato “l’uomo del silos”, esperto di persone scomparse e abusi infantili. Di lui si dice che è un genio, ma che le sue capacità deduttive sono eguagliate solo dalle sue fobie e paranoie. Perché da bambino Dante è stato rapito e, mentre il mondo lo credeva morto, cresceva chiuso dentro un silos, dove veniva educato dal suo unico contatto col mondo, il misterioso individuo che da Dante si faceva chiamare “Il Padre”. Adesso la richiesta di Colomba lo costringerà ad affrontare il suo incubo peggiore. Perché dietro la scomparsa del bambino Dante riconosce la mano del “Padre”. Ma se è così, perché il suo carceriere ha deciso di tornare a colpire a tanti anni di distanza? E Colomba può fidarsi davvero dell’intuito del suo “alleato”?

Recensione:
I thriller sono i miei libri preferiti e quando ne scelgo uno cerco sempre di puntare al massimo, così quando ho letto la trama di questo libro mi sono sentita subito attratta.
Si tratta di un libro di quasi 600 pagine, una storia molto intricata, ricca di misteri, fatti e personaggi e forse proprio perchè è così corposo, riesce a farti entrare totalmente nella sua imponente storia.
Non è un “semplice” thriller, ma ha molti fattori psicologici, c’è violenza ma è più mentale che fisica e questi sono i thriller che più amo, quelli che fanno provare emozioni forti.
Sin dai primi capitoli ho sentito una forte attrazione per i due personaggi principali, Dante e Colomba.
Nessuno dei due è mai banale o poco caratterizzato, tutt’altro: sono personaggi ricchi di passato, di ombre, hanno mille sfaccettature e riescono sempre a colpirti. Il rapporto che si crea tra i due è un qualcosa di molto speciale e mi ha fatto subito sentire coinvolta, come se anche io facessi parte della loro squadra.
Il tema del libro è molto forte, quando si parla di bambini è impossibile non provare empatia, certi dettagli erano raccapriccianti, facevano venire i brividi e più volte mi sono ritrovata con gli occhi lucidi mentre leggevo.
Forse proprio per questo, ho da subito preso a cuore la causa dei due protagonisti, lottano per qualcosa di grande e sono disposti a sacrificare ogni cosa.
Un altro punto a favore del libro è stata l’ambientazione: come non amare un libro ambientato a Roma?!
Riconoscere le vie e i quartieri è sempre una cosa molto bella, leggere un libro ambientato nella propria città ti fa sentire ancora più dentro la storia.
Per me è stato il primo libro di quest’autore e ne sono rimasta molto affascinata, pochi autori italiani riescono a colpirmi così tanto e sono sicura che leggerò con piacere altri suoi libri.
Consiglio questa lettura agli amanti del genere ma anche chi desidera leggere una storia affascinante e tutt’altro che banale.

Citazione preferita:
“Non riusciva neppure a distogliere lo sguardo.
Definire paura quello che provava non rendeva l’idea.
Era come per un condannato fissare la lama della ghigliottina che lo avrebbe decapitato.
Era la certezza della morte resa tangibile, a pochi metri da lui.”

Voto: 10/10


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