Il premio Nobel per la Letteratura 2015 è stato assegnato alla giornalista e scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievic. E’ la quattordicesima donna a vincere a Stoccolma ed è nota soprattutto per essere stata la cronista dei principali eventi dell’Unione Sovietica della seconda metà del XX secolo: dalla guerra in Afghanistan, al disastro di Černobyl’, ai suicidi seguiti allo scioglimento dell’URSS. Tra i suoi libri: ‘La guerra non ha un volto di donna’, ‘Incantati dalla morte’ e ‘Ragazzi di zinco’.
In Italia è stata pubblicata per la prima volta dalla casa editrice E/O, di questi tempi nota per essere l’editore di Elena Ferrante, recentemente i suoi libri sono stati pubblicati anche dalla Bompiani.
Sandra Ferri, titolare della casa editrice E/O, ha comunicato:
“Il primo libro che abbiamo pubblicato, nel 2001, è ‘Preghiera per Černobyl”: abbiamo capito subito che il ‘plus’ di Svetlana era la sua incredibile capacità di ascoltare e restituire le voci di chi aveva vissuto un’esperienza traumatica, fosse la guerra in Afghanistan o l’esplosione della centrale nucleare. Per ogni libro, lei fa centinaia di interviste, di conversazioni. Così la Storia diventa davvero esperienza umana. E tutte queste voci si sentono nel tessuto della sua scrittura. Quello che ci ha colpito, in tutti questi anni, è quanto poco ancora sappiamo di questi paesi, della loro storia e di quello che vi accade”.
La stessa autrice, parlando dopo la pubblicazione proprio del libro sulla catastrofe nucleare, spiegò:
“Questo libro non parla di Černobyl’ in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente. A interessarmi non era l’avvenimento in sé, vale a dire cosa era successo e per colpa di chi, bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l’ignoto. Il mistero. Cernobyl’ è un mistero che dobbiamo ancora risolvere… Questa è la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti. Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali. Cernobyl’ è il principale contenuto del loro mondo. Esso ha avvelenato ogni cosa che hanno dentro, e anche attorno, e non solo l’acqua e la terra. Tutto il loro tempo. Questi uomini e queste donne sono stati i primi a vedere ciò che noi possiamo soltanto supporre… Più di una volta ho avuto l’impressione che in realtà io stessi annotando il futuro”.
E’ la prima scrittrice in lingua a russa a ricevere il premio (prima di lei era andato a Pasternak (1958), Solženicyn (1970) et Brodsky (1987). Nata in Ucraina nel 1948, ha scritto il suo primo libro ‘La guerra non ha un volto di donna’ nel 1985.