Starbucks arriva in Italia

Sono circa vent’ anni che Howard Schultz, fondatore e guida di Starbucks, la più grande catena di caffetterie americana cerca di capire quale sia il modo giusto per vendere in Italia e adesso si starebbe profilando la soluzione.
Da circa un anno la squadra di manager di Seattle ha aperto una trattativa con Antonio Percassi, guru dei centri commerciali.
Starbucks è nato dall’ispirazione di Schultz che trent’anni fa in occasione di un viaggio in Italia decise di ricreare in America lo spirito della caffetteria italiana, intesa anche come punto di incontro e di lettura dei quotidiani. Ovviamente aveva dovuto adattare l’offerta del suo primo negozio ai gusti locali, più inclini alle miscele a base di latte. Da qui sono appunto nate le bevande con i nomi che si ispirano ai caffè italiani: Frappuccino, Caramel Mocha ma anche Espresso macchiato, Doppio e Americano. Adesso il grande passo. Forse il più delicato mai fatto su un mercato. Per questo l’imprenditore Usa si sarebbe affidato a un esperto come Percassi che, se l’accordo andrà a buon fine dovrebbe svolgere il ruolo di «franchising partner» per l’Italia, sul modello di quanto realizzato con Victoria’s Secret. La trattativa è in fase avanzata e gli americani stanno conducendo i colloqui con grande riservatezza.
Per sbarcare in Italia hanno valutato una formula originale per catturare i clienti, che avrà il suo punto di forza nel hi-tech e nell’offerta digitale. L’idea è di selezionare location nel centro città e offrire una buona connessione wi-fi. Sul digitale Starbucks ha puntato molte carte, la società ha sviluppato anche la Starbucks digital network che offre invece contenuti come film, serie tv e news, per una pausa relax ed entertainment dedicata ai più giovani. E questa novità sarebbe appunto uno dei piatti forti dell’offerta per lo sbarco in Italia. Di recente è nata anche la Starbucks app per la consegna di pranzi veloci ma tutti rigorosamente dietetici.

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