Recensione: “Dieci piccoli indiani” Agatha Christie

Genere: Thriller/Narrativa classica
Prezzo:  € 8,50

Trama:
Dieci persone estranee l’una all’altra sono state invitate a soggiornare in una splendida villa a Nigger Island, senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, hanno accettato l’invito. E ora sono lì, su quell’isola che sorge dal mare, simile a una gigantesca testa, che fa rabbrividire soltanto a vederla. Non hanno trovato il padrone di casa ad aspettarli. Ma hanno trovato una poesia incorniciata e appesa sopra il caminetto di ciascuna camera. E una voce inumana e penetrante che li accusa di essere tutti assassini. Per gli ospiti intrappolati è l’inizio di un interminabile incubo.

Recensione: 
Avevo letto questo libro circa 10 anni fa e l’avevo adorato ma rileggendolo adesso ho capito ancora di più quanto sia geniale. La lettura riempie di ansia e curiosità che impediscono di smettere di leggere.
Fantastica la tecnica dell’enigma della camera chiusa e il finale che per quanto mi riguarda mi ha lasciata proprio di sasso.
Anche la storia del punire i colpevoli che normalmente la giustizia non può punire, è un movente davvero intrigante e rende tutti i protagonisti abbastanza odiosi, infatti non ho simpatizzato per nessuno di essi.
Inquietante l’ultima morte del libro: “Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò: ad un pino s’impiccò,e nessuno ne restò.”
Inoltre in neanche 200 pagine la Christie ha ideato una storia ai tempi davvero originale e ben strutturata, nessuna parte infatti è noiosa o inutile, ogni cosa ha il suo senso ed è tutto interessantissimo.

Voto: 10 e Lode
 
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